Come funziona la bonifica dell’amianto?
Quello della presenza di eternit all’interno di abitazioni e luoghi di lavoro è un tema sempre attuale: l’asbesto è un materiale particolarmente pericoloso, che può comportare danni a livello fisico anche sul lunghissimo periodo. Per questo motivo la bonifica dell’amianto rimane un’attività fondamentale, necessaria per garantire la sicurezza ed evitare danni a persone e ambiente!
Ma come funziona?
Molto spesso, bonifica e rimozione vengono confuse fra loro: questi due termini, però, indicano due attività diverse, che richiedono interventi particolari da parte di ditte specializzate.
La bonifica dell’amianto, per esempio, può essere effettuata utilizzando due tecniche diverse:
– l’incapsulamento, cioè la copertura dei materiali pericolosi con prodotti particolari, capaci di isolare i manufatti in asbesto dall’ambiente circostante. Si tratta di un’operazione di messa in sicurezza che permette di fissare le fibre pericolose del materiale interessato, impedendone un rilascio successivo nell’aria;
– il confinamento, cioè la realizzazione di una vera e propria “barriera”, che separa i materiali sospetti e rischiosi dagli spazi limitrofi. Questa tecnica è indicata per elementi particolari, che non possono essere in alcun modo rimossi: per esempio una colonna.
Questo sistema permette di creare e inserire un rivestimento, posizionato al di sopra di tutti gli elementi in amianto: la sfaldatura non viene arrestata, ma viene “controllata”, perché costretta a continuare solo all’interno di questo involucro.
La rimozione dell’amianto, e il suo successivo smaltimento, invece sono interventi risolutivi, che eliminano totalmente i prodotti pericolosi: questa soluzione è indicata per spazi e ambienti dove sia possibile intervenire rimuovendo grandi porzioni di materiale. Risultano, invece, meno attuabili in abitazioni e luoghi di lavoro dove l’amianto sia stato utilizzato per elementi portanti della struttura.
La rimozione viene realizzata da esperti che si occupano anche di contattare le discariche qualificate per l’eliminazione definitiva: i materiali da spostare vengono prima incapsulati, poi imbustati ed etichettati e – infine – inviati ai centri di smaltimento finale.
A chi rivolgersi?
L’utilizzo di amianto (o eternit) è stato definitivamente vietato grazie alla Legge n.257 del marzo del 1992: ancora oggi, però, tantissime famiglie si trovano a fare i conti con la necessità di dover bonificare o smaltire questi materiali, affidandosi a professionisti.
Come è facile comprendere, tutti questi interventi – dalla bonifica dell’amianto con soluzioni in loco allo smaltimento risolutivo – devono essere gestiti ed attuati da ditte specializzate, come – per esempio – la Mario Taddei Srl: ogni professionista consiglierà l’attività più corretta in base alle caratteristiche degli ambienti interessati, agendo seguendo tutte le normative vigenti!