Mangiar sano: produrre l’olio di oliva in casa
L’olio di oliva che utilizziamo tutti i giorni in tavola da dove proviene? Lo compriamo normalmente al supermercato ma in quanti leggono con cura l’etichetta dinanzi ad un prezzo scontato che attira la clientela?
Dai porti italiani sbarcano ogni mese botti piene di olio di oliva provenienti da paesi europei e non. E dire che l’Italia è il paese del sole e degli ulivi! Algeria, Tunisia e Marocco esportano ogni anno milioni di kg di olio di oliva che raggiungono le nostre coste e finiscono nei supermercati della grande distribuzione. Le frodi purtroppo di spacciare prodotti 100% italiani quando in realtà parte della materia utilizzata arriva dall’estero sono all’ordine del giorno.
Come risaputo l’olio di oliva vergine deve subire solo 4 tipi di trattamenti per essere considerato tale, ovvero il lavaggio, la decantazione, la centrifugazione e filtrazione. Miscelarlo o lavorarlo successivamente comporta la perdita delle principali proprietà nutrizionali oltre al rischio di truffe se dovesse essere venduto come extra vergine.
Ma allora a chi affidarsi per essere sicuri di utilizzare del buon olio di oliva?
La Comunità Europea affronta questo problema facendo controlli continui nelle dogane e nei porti. Ma se l’alternativa deve essere “spendo di più e prendo il bio” arrivando a pagare una bottiglia da un litro oltre 12 euro, allora conviene produrlo in casa.
E qui entra in gioco il fai da te. Produrre olio in casa è utile non solo a tavola ma anche per produrre saponi, creme e impacchi per capelli.
Per farlo in casa e non acquistarlo fatto industrialmente non sono necessari macchinari costosi. Esistono due possibilità: coltivare le piante di olive se si dispone di un giardino o di un orto, oppure acquistare le olive e lavorarle in casa grazie ad un frantoio domestico.
Nel primo caso, l’investimento iniziale richiede maggior sforzo e denaro ma col tempo un risparmio maggiore. Per raccogliere le olive dall’ulivo, servono reti e attrezzi come un abbacchiatore elettrico per facilitarne il distacco dai rami e non rovinare la pianta.
Successivamente alla raccolta, le fasi di produzione sono identiche in ambo i casi.
La pulizia e cernita delle olive è la prima fase. Vanno lavate in acqua dentro una bacinella e separati eventuali residui come terriccio, rametti o foglie di ulivo. Dalla bacinella le si passa poi in una centrifuga per insalata di modo da asciugarle togliendo quindi l’acqua in eccesso. Le olive sono pronte per la fase di frangitura, ovvero lo sminuzzamento delle olive per formare la pasta di oliva. Si può usare un comune robot da cucina. Il composto ottenuto va inserito all’interno di un sacchetto di juta che servirà da filtro per la pressatura. E’ qui che entra in gioco il torchio premitutto, un piccolo elettrodomestico in grado di spremere la polpa e far uscire l’olio.
Da questo momento in poi avrete un olio fatto in casa buono in tavola, sano e sicuro al 100%.